Rassegna stampa

  • Torrevento, l’identità scolpita nell’uva

    Da una quindicina di anni si dedica spazio ai vitigni autoctoni, ovvero le uve tradizionali di una determinata loca­lità, meno affermati. Dopo un lungo perio­do in cui i vitigni alloctoni, in grado di esprimersi bene in tutti i territori, sono stati anche chiamati vitigni migliorativi, per reazione è tornato a crescere l’inte­resse per quelle uve tipiche che in alcune aree in passato erano state accantonate, anche perché non si era ancora capito il modo migliore di vinificarle. Leggi l’articolo completo su CUCINA & VINI di gennaio.
  • Il Vigna Pedale Riserva 2014 in una recensione di Roberto Gatti

    Possiamo senz’altro affermare che le Murge rappresentano il più caratteristico complesso di rilievi della Puglia centrale, sebbene dal punto di vista geografico si raggiungano i suoi punti più alti in modo particolare nella zona settentrionale, e più precisamente, nei comuni di Spinazzola e Minervino: il punto geografico più elevato è infatti rappresentato dal Monte Caccia, posto a 684 metri sul livello del mare. Il vino di oggi in degustazione ci confermerà che, se bene coltivato e sapientemente vinificato, non è secondo a nessun altro in Puglia e non solo ! Il Nero di Troia è più fine e sottile, la carica speziata è misteriosa e aggiunge un tocco unico a questo incredibile vino rosso pugliese. La produzione del Nero di Troia in purezza è iniziata da pochi anni , il Vigna Pedale Riserva solo dal 2010, quindi anche i vignaioli stanno ancora cercando una strada, soluzioni stilistiche adeguate. La selezione clonale si sta facendo più accurata per cercare di affinare il tiro in vigna, le zone più adatte si stanno delineando e anche la “precisione stilistica e produttiva” in cantina è sempre più ricercata. L’articolo completo su Winetaste
  • Gambero Rosso assegna tre bicchieri al Torre del Falco Nero di Troia 2021 di Torrevento

    Gambero Rosso assegna tre bicchieri al Torre del Falco Nero di Troia 2021 di Torrevento

    La prestigiosa guida del Gambero Rosso “Vini buoni d’Italia” conferma l’eccellenza del vino pugliese, conferendo a ben 25 vini prodotti in Puglia i Tre Bicchieri, ossia il massimo riconoscimento di qualità.

    Spicca il primato del Primitivo e la conferma del Negroamaro; il nero di Troia ottiene i suoi Tre Bicchieri con il vino Torre del Falco Nero di Troia 2021 di Torrevento e per 15 anni consecutivi si conferma come uno dei vitigni più apprezzati, premiato nelle varie referenze (Bolonero – Vigna Pedale – Ottagono – Torre del Falco). 

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  • L’exploit di Torrevento a Mundus Vini 2022

    L’exploit di Torrevento Torrevento al concorso Mundus Vini uno dei concorsi enologici internazionali preferiti dal mondo produttivo italiano. “A livello aziendale un successo clamoroso l’ha ottenuto la pugliese Cantine Torrevento conquistando ben 16 medaglie di cui 14 d’oro e meritandosi perciò la qualifica di migliore cantina italiana di questo 31esimo “summer tasting 2022”. Leggi l’articolo completo.
  • Intervista a Francesco Liantonio: “Autunno cruciale per il vino, la politica non sta al passo”

    Se ai vini viene spesso chiesto di avere e soprattutto dare una visione a chi li assaggia, ecco che anche chi muove i tasselli del mondo del vino spetta il compito di portare il comparto verso un futuro sempre più roseo.
    Fra questi, un uomo certamente da citare, c’è Francesco Liantonio. Produttore in quel di Puglia con il marchio Torrevento, presidente di Valoritalia e vice presidente di Federdoc e ancora presidente della Doc Castel del Monte e poi nel cda di Prosit, holding di varie cantine sparse per l’Italia, Liantonio – che potremmo definire un civil servant del vino – ha certamente il polso della situazione ma anche tante buone (e rosee) idee per i tempi che verranno. Leggi l’intervista completa qui
  • VinoVip Cortina 2022, resoconto della 13ª edizione

    Si è conclusa da pochi giorni la 13ª edizione di VinoVip Cortina, il summit organizzato da Civiltà del bere. Sono state coinvolte 700 persone tra produttori, professionisti e appassionati. Momenti chiave: il talk-show dedicato alle nuove competenze e alla centralità delle risorse umane per le imprese, il Premio Khail 2022 a Chiara Lungarotti e il Grand Tasting al Golf Club. Per l’occasione Torrevento ha partecipato con Ottagono, Castel del Monte Nero di Troia Riserva Docg 2014, Dulcis in Fundo, Moscato di Trani Dolce Naturale Doc 2019, e Veritas, Castel del Monte Bombino nero Docg 2021. Leggi l’articolo completo qui
  • Intervista a Francesco Liantonio su Pugliosità

    Francesco Liantonio è un uomo del sud che appartiene alla generazione di chi ha vissuto in prima persona “la rivoluzione vinicola”, che da trent’anni anima la Puglia. Il suo nome è legato alla cantina Torrevento, collocata ai piedi di Castel del Monte, la prima ad aver imbottigliato il Nero di Troia in purezza, di cui ne è il responsabile e oggi ricopre un ruolo importante nel panorama enoico italiano. È il presidente di Valoritalia, società italiana, controllata da Federdoc, leader nella certificazione dei vini a Denominazione di Origine. La società garantisce la tracciabilità del prodotto dal vigneto all’immissione sul mercato, assicurando a imprese, istituzioni e consumatori, il rispetto degli standard di produzione stabiliti nei Disciplinari di Produzione adottati dai rispettivi Consorzi di Tutela. Tra Doc, Docg e Igt, Valoritalia certifica 230 Denominazioni di Origine, pari a oltre il 60% della produzione nazionale dei vini di qualità. In aggiunta, Valoritalia certifica le produzioni da agricoltura biologica e da agricoltura integrata (Sqnpi) di alcune migliaia di aziende, oltre a certificare standard innovativi di sostenibilità, come Equalitas, Viva e Vinnatur. Abbiamo affrontato con Liantonio temi differenti legati al mondo vino, partendo dall’attualità legata alla decisione dell’Europarlamento sul suo consumo, alla sostenibilità e al momento magico che sta vivendo il Nero di Troia. La modifica introdotta dall’Europarlamento alla relazione sul Piano di azione anti-cancro, sottolineando la differenza sul consumo nocivo e moderato di bevande alcoliche è una vittoria per l’intero mondo del vino? Dobbiamo contrastare queste situazioni all’origine e più che una vittoria la chiamerei un dato di fatto. Voler osteggiare prodotti come il vino o lo stesso olio extra vergine d’oliva, che sono cibi presenti all’interno della dieta mediterranea, è un attacco diretto ai nostri prodotti piuttosto che al loro consumo. Spesso capita nella comunità europea, che gli equilibri si spingano verso i paesi appartenenti all’area del nord a discapito, invece, di paesi come l’Italia che sono produttori di materia prima. Dobbiamo vigilare per evitare che queste discussioni entrino all’interno del parlamento europeo, salvaguardando il nostro territorio e la nostra Puglia. Questo sia da monito per non permettere all’industria di porre la sua bandierina sul nostro made in Italy. Lei parla di sostenibilità concreta, la scelta sempre più numerosa da parte delle aziende di aderire alla certificazione Equalitas lo dimostra? A che punto ci troviamo oggi? La sostenibilità non è qualcosa di astratto ma è il nostro quotidiano è quella logica consapevolezza tra noi e l’ambiente che ci circonda. La sostenibilità tocca tre pilastri fondamentali: economico, sociale e ambientale. Quando portiamo le aziende alla certificazione Equalitas mi fa piacere perché vuol dire che tante persone hanno deciso di abbracciare la salvaguardia tra l’uomo e il prodotto. Nel mondo del vino svariati milioni di bottiglie appartengono all’Equalitas e circa 200 sono le aziende in attesa di ottenere la certificazione. La certificazione potrebbe essere per alcune aziende un escamotage per entrare in determinati mercati o crede sia davvero avvenuta una rivoluzione etica alla base? Se siamo arrivati alla richiesta di certe certificazioni vuol dire che certi mercati prima di noi hanno fatto delle scelte giuste e che ora anche noi siamo disposti a fare. Chi decide di intraprendere questo percorso lo fa con cognizione di causa perché il Mondo intero sta andando in quella direzione. Basta con le parole bisogna fare i fatti. Non sono escamotage sono scelte di campo, un’evoluzione che l’umanità mette in atto per fare del bene a tutti. Come presidente del Consorzio Vini Castel del Monte come vede gli importanti riconoscimenti che sta ottenendo il vitigno Nero di Troia? Senza essere frainteso le rispondo: meglio così. La Puglia sta vivendo da un ventennio un risveglio culturale della viticoltura e siamo passati da una produzione quantitativa, riservata al commercio fuori regione, alla volontà di imbottigliare con i propri brand e le proprie denominazioni. Non siamo più considerati come la Cenerentola d’Italia ma possiamo essere una regione di riferimento per la produzione enoica. Primitivo, Negroamaro e Nero di Troia sono i vitigni cardine della Puglia, ognuno di loro, però, si è mosso seguendo tempi e modi differenti. La nostra scelta è stata quella di consolidarci negli anni, la denominazione Castel Del Mondo è l’unica certificata da ValoreItalia. Bombino Nero per il Rosato Castel del Monte il Nero di Troia per la Doc Castel del Monte. Il Nero di Troia era un vitigno che stava scomparendo, con somma soddisfazione in quasi 30 anni di lavoro, siamo riusciti a ripopolarne i nostri vigneti, facendo apprezzare il suo potenziale e l’eleganza. Il Nero di Troia e il Bombino Nero vogliono posizionarsi all’apice della piramide produttiva di qualità. Aver seminato bene oggi  ci restituisce i frutti e di questo ne siamo terribilmente orgogliosi. Con la sua Torrevento ha deciso di investire l’anno scorso sempre in Puglia, nel Salento. Come mai la volontà di restare sempre nella stessa regione e di non cercare accordi in zone differenti? Noi siamo la prima azienda al mondo ad aver imbottigliato un Nero di Troia in purezza, il “Vigna Pedale” tra il 1989 e il 1990 e l’abbiamo fatto perché crediamo nella valorizzazione della nostra terra, che sento mia. C’è capitata l’occasione di intavolare un discorso con la Orio Wine, proprietari di alcuni vigneti ad alberello, nella zona di Brindisi, nella Doc del Primitivo di Manduria ed ho percepito in loro le stesse emozioni che mi hanno spinto, tanti anni fa, a credere nella mia avventura. Il Primitivo non credo sia un vitigno arrivato al capolinea anzi ha ancora molto da dimostrare, così dopo un consulto in famiglia abbiamo deciso di investire qui per sperimentare, scoprire e fare qualcosa di nuovo,  lì si può fare tanto. Per quanto riguarda gli investimenti fuori regione con la Prosit Spa, holding che unisce più cantine per affrontare insieme il mercato internazionale, di cui facciamo parte,  abbiamo messo un piede in Abruzzo, Toscana e Veneto. Ad aprile dopo due anni di stop torna il Vinitaly, cosa pensa di questa fiera? Il Vinitaly è sempre stato un punto di confronto e di riflessione per capire se si sta andando nella direzione giusta. In questi due anni il mercato del vino non si è fermato è andato avanti e ben vengano queste fiere, attendo questo Vinitaly con attenzione e tensione per verificare il nuovo modus operandi dei mercati. Oggi i contatti si muovono maggiormente verso il digitale, la pandemia ha spinto in questa direzione, ma il vino ha bisogno anche degli scambi interpersonali per funzionare. Il link all’intervista qui